
Hans Scharinger è morto nel 1985 a neanche 80 anni. Faceva il muratore, anche se da giovane aveva studiato legge. Un anziano come tanti, che non si faceva notare.
Un po’ di anni prima, nel 1952, nella sua vita era successa una cosa, un ex ufficiale della Gestapo, passato a servizio degli americani, gli aveva proposto di diventare spia per i servizi segreti della Germania Ovest. Hans aveva risposto con entusiasmo, arrivando a dirigere il dipartimento di controspionaggio con 30 agenti al suo servizio. Conosceva bene quel lavoro, così come i comunisti che spiava per conto degli americani. Era felice di combatterli nuovamente. Anche perché, per non farsi scoprire, qualche anno prima aveva cambiato vita, nome e identità.

Durante la guerra, Hans si chiamava Karl T. Schutz, ed era un alto ufficiale delle SS, uno che dava ordini e decideva sulla vita o la morte delle persone. Tra il 1943 e il 1944 era stato anche in Italia, terra dalla quale era tornato a casa a piedi, a guerra finita, prima di fuggire da un campo di prigionia Alleato e far perdere le proprie tracce. Nel ’39 aveva partecipato con passione all’invasione della Polonia per poi dirigere le unità di spionaggio del Terzo Reich. Era bravo, metodico, preciso. Un nazista perfetto. A Roma divenne capo della polizia di sicurezza dei servizi segreti tedeschi. Fu lui che pesò i 50 kg d’oro che gli ebrei del ghetto consegnarono sperando di essere salvati. Li pesò poi spedì gli ebrei in Germania. Fu lui uno di quelli che ordinarono di sparare ai 335 ostaggi alle Fosse Ardeatine. Fu lui che, trasferito a Forlì, comandava la polizia criminale e le SS la cui sede era nell’attuale Centro per l’Impiego, ai tempi luogo di tortura e detenzione. Con la complicità dei fascisti locali fu responsabile di tutte le rappresaglie fatte nella nostra zona, compresa l’eliminazione di 19 ebrei nei pressi dell’aeroporto. Dopo la guerra fu ritenuto colpevole di ogni crimine, ma il suo fascicolo fu occultato e ritrovato anni dopo la sua morte. Una morte serena, tranquilla, libera. Quella di un uomo certo di aver fatto il proprio dovere di nazista, anticomunista, spia americana e assassino.
