Lo storico valico fra Romagna e Toscana era uno dei capisaldi della Linea Gotica, la linea di fortificazioni tedesche che dalla costa adriatica arrivava al Tirreno.
Furono sfruttate soprattutto le risorse naturali, realizzando camminamenti, trincee, parapetti in legno e piazzole per l’artiglieria. Molti operai della Todt, l’organizzazione a cui furono affidati i lavori, collaboravano in segreto con i partigiani asportando materiale e rallentando il lavoro con azioni di sabotaggio. Beppe Gurioli era uno di questi, lavorava al Passo del Muraglione ma teneva sotto al letto 40kg di tritolo sottratto sera per sera dal magazzino (utilizzati poi per far saltare l’arcata del ponte di San Pietro, sulla statale).
I tedeschi avevano creato un grande sbarramento alla Futa, dove si pensava sarebbe avvenuto l’attacco Alleato, ma trovarono difficoltà nel tratto tra Colla di Casaglia e Passo del Giogo, territorio della 36° Brigata Garibaldi. Fu il faentino Virgilio Neri, grande conoscitore dell’Appennino, a voler mantenere una grossa formazione in quella zona, per intralciare i lavori e mantenere la zona il più possibile libera per facilitare un varco d’accesso alla Romagna. L’offensiva Alleata iniziò a fine agosto con un grande attacco sulla costa adriatica per costringere i tedeschi a spostare il grosso delle forze, al quale seguì l’avanzata americana sulla Gotica, con lo sfondamento che avviene il 12 settembre al Passo del Giogo.