ALLA FINE I MORTI SARANNO 64

Tavolicci, casa dell’eccidio

Nel 1944 Tavolicci è un piccolo e isolato borgo della Romagna, raggiungibile solo attraverso sentieri o mulattiere, e conta circa 80 abitanti. Il 19 luglio, un reparto nazifascista invade l’abitato, incendiando case e uccidendo un uomo colpevole di essersi dato alla fuga. Il giorno seguente si presentano 6-7 militi che rassicurano gli abitanti e invitano a dormire tranquilli. Ma all’alba del 22 luglio il borgo è circondato da un centinaio di militi in divisa, bloccano le vie di fuga e costringono gli abitanti a uscire di casa. Si pensa a una perquisizione, anche se a Tavolicci non ci sono partigiani né armi. Gli uomini vengono legati, mentre donne, anziani e bambini rinchiusi dentro una stanza che dà sopra una stalla. Subito i militi iniziano a rubare nelle abitazioni mentre uno di questi, mascherato, irrompe nella stanza e scarica alla cieca un mitra intero, esce solo per ricaricare e rientra sparando sui corpi urlanti. Gli altri gettano bombe incendiarie nella stalla: le fiamme e il fumo salgono e i reclusi e le recluse, già colpiti dalle raffiche, muoiono bruciati vivi. Alcuni bambini riescono a salire sul tetto, due si salvano ma altri vengono mitragliati da terra.

Morirà anche Pietro, nato da soli 14 giorni, rotolato dal tetto e caduto dentro una “spularola”. Una bambina di 4 anni sarà letteralmente sventrata, un’altra gettata viva tra le fiamme. Terminata la strage, gli uomini vengono fucilati poco lontano. Lungo il percorso, i militi devastano e incendiano altre località nei dintorni, lasciando una lunga scia di sangue.

Alla fine i morti saranno 64, diciannove di questi sotto i 10 anni d’età, trasformando Tavolicci nella strage più grande della Romagna. Per tanti anni i tribunali hanno faticato a comprendere le motivazioni della strage e a trovare i colpevoli, tanto che tra amnistie e occultamenti nessuno ha realmente pagato. Nel 2004, alcuni documenti hanno finalmente individuato i responsabili nel IV Battaglione di Freiwilligen Polizei Bataillon Italien, volontari italiani che servivano le SS naziste.

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Romagna Ribelle è un progetto di raccolta resistente. Un archivio virtuale per ricordare le donne e gli uomini che hanno contribuito alla Resistenza in Romagna. Gente comune, partigiani, sovversivi, banditi e ribelli spesso dimenticati, ma anche episodi, luoghi e ricordi di un tempo che non ritorna. Un piccolo spazio per coltivare la memoria antifascista locale e ricordare da dove veniamo.
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