UNICA VIA DI FUGA: LO SFONDAMENTO DELLE LINEE

Purocielo, 36° Garibaldi con “Bob” al centro a petto nudo

10 ottobre 1944. I partigiani della 36° Brigata Garibaldi ‘Bianconcini’ sono raccolti tra Purocielo e Ca’ Malanca. Sono circa 700 e sono al comando di Luigi Tinti detto “Bob”. Con l’avvicinarsi del fronte cercano di congiungersi con gli Alleati ma si ritrovano accerchiati dalle truppe tedesche. Unica via di fuga: tentare lo sfondamento delle linee. La formazione parte da Ca’ Malanca ma l’attacco viene respinto. I tedeschi assaltano anche Ca’ di Gostino, sede del Comando, mentre i partigiani scendono verso la chiesa di Purocielo. La battaglia continua per tutta la giornata, la brigata tiene testa agli attacchi ma molti restano a terra.

Luigi Tinti “Bob”

I superstiti raggiungono l’infermeria di Poggio Termine di Sopra e dal crinale viene organizzata una difesa che si protrae per tutto il 12 ottobre, quando le compagnie, ricompattate, iniziano una difficile manovra di sganciamento notturno. Sarà fondamentale l’appoggio di Sesto Liverani, detto “Palì”, comandante del Distaccamento “Celso Strocchi”, che per tre notti guiderà l’intera formazione oltre le linee. Alla fine, i morti saranno 57.
Raggiunti gli inglesi, i partigiani verranno rifocillati poi disarmati e trasferiti al centro di raccolta di Firenze. I feriti e gli infermieri che non poterono seguire il grosso della formazione, saranno invece catturati dai tedeschi e torturati dalle Brigate Nere faentine. Moriranno fucilati al poligono di tiro di Bologna. Tra loro anche l’infermiera e partigiana Laura Guazzaloca, prima incarcerata a Castel d’Aiano e successivamente internata al campo di Fossoli. Morì fucilata il 23 novembre 1944.

Laura Guazzaloca

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