
Quello nella foto è Adriano Barbieri e tra una settimana compirà 100 anni. Nel ’44 il suo nome di battaglia era Gallo e militava tra i partigiani nella zona di Ca’ Malanca, dove operava la 36° Brigata Garibaldi “Bianconcini” al comando di Luigi Tinti, nome di battaglia Bob. In ottobre, accerchiati dai tedeschi, 700 partigiani tentarono lo sfondamento delle linee nemiche scatenando la famosa battaglia di Purocielo. Per tre giorni sostennero una durissima controffensiva, tra i mortai tedeschi e le bombe degli Alleati, appostati appena oltre le linee. Furono 57 i caduti tra i ribelli. Nonostante ciò, la notte del 13 ottobre iniziò la difficile manovra di sganciamento. A fare da guida c’era Sesto Liverani, nome di battaglia Palì, del distaccamento “Celso Strocchi”.

Così ricordò l’evento il partigiano Galassi: “Per tre notti camminammo al buio, in silenzio, in mezzo ai tedeschi. Sembravamo ombre. Non si sentiva né una parola, né lo scalpiccio dei piedi. Gli ordini dal comando venivano passati lungo la fila, fino all’ultimo. Così, presso il Muraglione trovammo gli inglesi“.
Oggi Ca’ Malanca è un luogo unico in Romagna, sede di un centro documentale sulla Resistenza e di una mostra permanente in ricordo dei tantissimi che armi in pugno si lanciarono contro i traditori fascisti. Gallo c’era quel giorno e c’era anche oggi, a ricordarci che il fascismo esiste a va distrutto. Oggi come ieri. Con ogni mezzo necessario.